Il benefit aziendale più apprezzato dai lavoratori? Cibo e pasti di qualità.
Articolo del 05 Novembre 2020
Il benefit aziendale più ambito? È il cibo sano per il 40% dei lavoratori. Prima ancora dei buoni pasto (fermi al 29%). Lo rileva un’indagine della startup Foorban su un panel di circa 400 utenti della piattaforma interpellati sul valutare “il benefit più di valore”.
«È un risultato che ci stupisce solo in parte – spiega Marco Mottolese, ceo e cofounder di Foorban –. Già nel pre-Covid la ricerca di modelli nuovi di welfare, basati sull’esperienza e sul benessere del dipendente oltre che sul puro valore “economico” del benefit, era in cima all’agenda delle funzioni Risorse umane. I nuovi lavoratori italiani cercano qualità, comodità, convenienza: non è strano che avere la disponibilità di un pasto sano ed equilibrato, già pronto e confezionato, sia considerato preferibile rispetto a un buono pasto». E averlo non significa, necessariamente, “in ufficio”.
«L’ufficio è un concetto ormai molto ampio: se la “sede aziendale” rimane il punto di riferimento, è sempre più comune considerare “ufficio” qualsiasi luogo in cui ci sia un computer e una connessione wi-fi. Stiamo lavorando per interpretare questo nuovo scenario di “ufficio diffuso”: un modello di servizio per una pausa pranzo sana, qualsiasi sia il luogo in cui si sta lavorando».
Per i lavoratori in smart working, comunque, la gestione del pasto è una preoccupazione. Il 50% ritiene che la pausa a casa sia più complicata da gestire rispetto al pranzo in ufficio. Sono le percezioni rilevate dalla ricerca “Flessibilità e smart working: come cambia la nuova pausa pranzo degli italiani?” condotta da Praxidia per Elior, realtà leader nella ristorazione. Secondo la ricerca la pausa pranzo deve essere digitalizzata, dal momento della scelta, all’ordine e al pagamento per una più agevole customer experience, semplice da acquistare ma anche da scegliere con una chiara lettura delle ricette, degli ingredienti e dei loro apporti nutrizionali e personalizzata, ovvero garantire flessibilità e rispetto dei diversi regimi dietetici. Con un punto fermo: l’italianità, la genuinità e la tradizione degli ingredienti che sono imprescindibili per il 55% degli intervistati.
«Per rispondere ai nuovi stili di vita dei lavoratori abbiamo introdotto un nuovo servizio, “i Colti in Tavola”, nuova linea di piatti pronti, buoni e salutari confezionati in Atp, una tecnologia di packaging innovativa che consente l’estensione della shelf-life fino a dieci giorni senza l’uso di conservanti», annuncia Rosario Ambrosino, amministratore delegato di Elior. Con un ampio catalogo di ricette, adatte anche a chi segue un regime alimentare particolare, incluse le intolleranze e le diete personalizzate, si prestano a differenti canali di distribuzione: dall’azienda, dove possono essere associati alle forme di distribuzione più classiche, al welfare at home al canale horeca (bar e ristoranti) fino ai supermercati.
Fonte: IlSole24Ore